Il 25 settembre 1979, a Palermo, venne ucciso dalla mafia Cesare Terranova, uno dei primi magistrati capaci di cogliere, e di contrastare con forza, le profonde trasformazioni che hanno accresciuto enormemente il potere della criminalità organizzata siciliana tra gli anni ’60 e gli anni ’70, e uno dei protagonisti più importanti dell’attività della Commissione parlamentare antimafia impegnata in una coraggiosa ricostruzione del fenomeno mafioso, dalla quale è scaturita quella stagione di riforme che ha portato all’approvazione della legge Rognoni-La Torre.

Abbiamo pensato di ricordarlo riproponendovi le riflessioni di Pierpaolo Filippelli e un volume pubblicato in memoria di Cesare Terranova, nel quale sono racchiusi gli interventi di alcuni dei maggiori rappresentanti del mondo istituzionale e culturale italiano, tra cui Leonardo Sciascia, che così descriveva la persona del magistrato ucciso: “per essere stato implacabile e acuto nemico della mafia, Terranova sarà sempre ricordato. O almeno fin tanto che in questo nostro paese ci saranno «dignitose coscienze e nette». Ma qui ed ora io voglio anche ricordare il suo essere giudice non solo nell’accusare e nel colpire ma anche nell’assolvere, nel liberare. Due casi mi sono trovato a seguire da vicino in cui persone indicate come colpevoli sono state da lui riconosciute, per come erano, innocenti. E non era facile. Gli ci voleva il suo «candore» per arrivare a tanto, la sua capacità di far tabula rasa di prevenzioni e pregiudizi, la sua prontezza a cogliere, al di là delle apparenze, gli elementi della verità. E credo che il sentimento in lui più forte fosse quello della compassione, nel senso più vero: di soffrire con gli altri, di soffrire con le vittime – di «patire con quei che patiscono»”.

Ricordo di Cesare Terranova – intervento di Pierpaolo Filippelli in occasione delle giornate del programma Testimoni Capaci

Cesare Terranova in memoria

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