La schiavitù moderna assume molti aspetti ed è conosciuta con diversi nomi: tratta di esseri umani, lavoro forzato, matrimonio forzato o servile, servitù per debiti, sfruttamento sessuale, pratiche simili alla schiavitù, vendita e sfruttamento di bambini ed altro.
In tutte le sue manifestazioni, essa è la rimozione sistematica della libertà di autodeterminazione di una o più persone – ad esempio, della libertà di accettare o rifiutare un lavoro, di lasciare un datore di lavoro per un altro, della libertà di decidere se, quando e chi sposare, come relazionarsi sul piano sessuale – al fine di sfruttarle per guadagni di singoli o di gruppi criminali organizzati, approfittando delle loro condizioni di vulnerabilità.
Lo sfruttamento, quale obiettivo finale della tratta di esseri umani, avviene in ambiti disparati, in cui le vulnerabilità sono acuite da fenomeni complessi (migrazioni, guerre, persecuzioni, povertà, crisi climatiche). Alle tradizionali forme di sfruttamento (sessuale e lavorativo in primis) se ne aggiungono altre meno monitorate, come lo sfruttamento in attività criminali forzate, così come alle modalità classiche si aggiungono forme evolute attraverso l’utilizzo dei sistemi tecnologici e di comunicazione avanzati.
Secondo le stime più recenti, nel 2021 circa 50 milioni di persone vivevano assoggettate in condizioni riconducibili a forme di schiavitù moderna.
L’evoluzione dei fenomeni è negativamente descritta dal progressivo peggioramento dei dati di rilevamento. Dal Protocollo ONU del 2000 contro la tratta di esseri umani, addizionale alla Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, il fenomeno è in costante crescita.
Secondo il Global Slavery Index del 2023 (prodotto da Walk Free Foundation con la collaborazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) a partire dal 2016 circa 10 milioni di uomini, donne, bambini in più sono stati sfruttati in quanto vittime di “nuove schiavitù”. Il peggioramento della situazione si è verificato in un contesto di conflitti armati crescenti e più complessi, di crisi ambientale diffusa, di aggressioni alla democrazia in molti Paesi, di un arretramento globale dei diritti delle donne e di impatti economici e sociali della pandemia COVID-19. Questi fattori hanno causato notevoli ostacoli all’occupazione ed all’istruzione, portando a un aumento della povertà estrema e della migrazione forzata, che insieme accrescono il rischio di tutte le forme di schiavitù moderna.
I riflessi di queste diffuse violazioni dei diritti umani li incontriamo costantemente e sotto diverse forme nel nostro contesto nazionale, dove il grave sfruttamento si concretizza in vicende drammatiche che quotidianamente impegnano la magistratura, le forze di polizia, gli enti del pubblico e privato sociale. Al contempo, delle vulnerabilità approfittano le organizzazioni criminali, che traggono dalla tratta di esseri umani e fenomeni connessi imponenti profitti, successivamente riciclati e reinvestiti, secondo i canoni comportamentali delle mafie, vecchie e nuove, nazionali e straniere.
In ambito nazionale e internazionale, la magistratura ed in generale gli enti del law enforcement devono adeguarsi e comprendere la complessità del fenomeno, devono aggiornare le strategie di contrasto e le interpretazioni dei quadri giuridici di riferimento, devono superare gli stereotipi che spesso impediscono un efficace azione di lotta alla tratta e non garantiscono un pieno rispetto dei diritti delle persone vittimizzate.
L’approccio centrato sui diritti fondamentali delle persone e la capacità di operare in rete, attraverso metodi integrati multi-agenzia, sono oggi priorità che devono ispirare pubblici ministeri e giudici, sia sul piano organizzativo degli uffici, sia su quello operativo e decisionale.
Indirizzi di saluto
Rossella Marro, Presidente di Unità per la Costituzione
Introduzione
Toni Mira, Giornalista, già Caporedattore di “L’Avvenire”
Modera
David Mancini, Procuratore presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila
Tendenze e strategie globali per contrastare la tratta di esseri umani
Andrea Salvoni, Vice-Speciale Rappresentante e Coordinatore OSCE per la lotta contro la tratta di esseri umani
Petya Nestorova, Capo della Divisione anti-tratta del Consiglio d’Europa; Segretario esecutivo della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani
La tratta di esseri umani quale crimine contro l’umanità
Rosario Aitala, Giudice della Corte Penale Internazionale
Organizzazione giudiziaria, contrasto alla tratta di esseri umani quale crimine organizzato e tutela dei
diritti delle vittime: una panoramica nazionale e comparata
Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo
Hilary Axam, Coordinatore nazionale sulla tratta degli esseri umani, Procuratore Capo della sezione tratta degli esseri umani del Dipartimento di giustizia (Stati Uniti)
Lynette Woodrow, Viceprocuratore capo della Corona e responsabile nazionale della schiavitù moderna per il Crown Prosecution Service (Regno Unito)
Roberta Collidà, Magistrato di collegamento presso il Ministero della giustizia della Repubblica di Francia e per il Principato di Monaco
La tratta di esseri umani nello scenario italiano. Attualità, emergenze e interferenze con le migrazioni
Luca Masera, Professore ordinario di diritto penale, Università di Brescia
La protezione internazionale ed il contrasto alla tratta di esseri umani. Buone prassi e applicazioni giurisprudenziali
Francesca Nicodemi, Avvocato, esperto indipendente
Francesco Cananzi, Giudice della Corte di Cassazione, già consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura
Conclusioni
Antonio Balsamo, Sostituto Procuratore Generale della Corte di Cassazione
Interverrà On. Chiara Colosimo, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia
Sarà possibile partecipare ai lavori cliccando sul seguente link
https://us06web.zoom.us/j/89093220906?pwd=ra9Awy66gDKlI5UxN4A89HBkBiRk8u.1
L’evento sarà registrato