di Mirella Cervadoro

Non è semplice tracciare un ritratto e scrivere un libro su Napoleone. Gli illustri pittori di corte, tra cui Jacques-Louis David, erano soliti ritrarlo come un eroe, recuperando i classici canoni di bellezza ideale e armoniosa; Napoleone come Marte, come Annibale o Alessandro Magno, nello sfarzoso aspetto dell’uomo nuovo che ripristina l’ideale di un cesarismo accentratore, con l’obiettivo di esportare la Rivoluzione francese e di coronare uno straordinario progetto di egemonia continentale.

Moltissimi scrittori, letterati, filosofi, artisti hanno provato a descrivere luci e ombre della vita di Napoleone. Appassionato di studi storici, e in particolare della storia d’Europa nella sua evoluzione dal secolo diciannovesimo a oggi, anche Nello Stabile, magistrato ordinario che ha esercitato funzioni requirenti e giudicanti, da ultimo quelle di Avvocato Generale della Procura generale della Corte di Cassazione, si è cimentato in questa impresa con il suo libro “Napoleone. Il politico, il militare, il giurista, il legislatore. Le eredità viventi”.

Il saggio storico di Nello Stabile sarà presentato mercoledì 29 maggio 2024 alle ore 15,00 a Roma nell’Aula Magna della Corte di Cassazione.

Dopo i saluti istituzionali del Procuratore generale della Corte di Cassazione, Luigi Salvato, e l’introduzione del Presidente emerito della Corte di Cassazione, Giovanni Mammone, sono previsti – nell’ordine – gli interventi di Maria Rosaria San Giorgio, giudice della Corte Costituzionale; Margherita Chiarini, già Presidente del Tribunale Superiore delle Acque; Alfredo Viola, Procuratore generale aggiunto della Corte di Cassazione; Roberto Reali, Presidente del Tribunale di Roma.

Dopo il dibattito, concluderà l’Autore.

Il volume ricostruisce le dinamiche politiche amministrative e giuridiche che hanno interessato la Francia dopo la fase postrivoluzionaria e la formazione del nuovo Stato, sulla base dei documenti e delle lettere contenuti nelle raccolte di Napolene III e della Fondazione Napoleone. In particolare, vengono illustrate le riforme cardine, amministrative e giudiziarie, volute da Napoleone e che hanno ispirato la diffusione dei modelli in molti Paesi; in Italia, la Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato derivano direttamente dal modello francese.

Il libro di Stabile che, per lo studio approfondito e perspicace nonché per la precisione della ricostruzione storica, può ben collocarsi senza sfigurare tra la ricca selezione di saggi storici su Napoleone, da Alessandro Barbero a Sergio Valzania, da Jacques Garnier a David Chandler, contiene numerosi richiami che consentono di meglio comprendere gli avvenimenti del presente, sul filo ideale del divenire storico. Napoleone ha, infatti, anticipato correnti di pensiero come l’antiparlamentarismo, il rafforzamento dell’esecutivo, la marginalizzazione del legislativo; ha persino prefigurato la questione medio orientale.

Tra le pagine più attuali e interessanti, vale la pena di citare quelle dedicate a Napoleone, inventore della comunicazione moderna, che « percepì la straordinaria potenza dello strumento, se ne impadronì,  ne fece uno degli strumenti per la sua ascesa al potere» e all’Europa: «Napoleone, con le sue guerre di espansione, aveva rotto l’equilibrio dell’Europa, quell’equilibrio che con la politica della restaurazione cercherà di ricostruire […] Negli anni di S.Elena rivendicò il disegno di una Europa unita […] Certo non è l’idea tradizionale di Europa quale noi contemporanei la conosciamo, ma il processo di formazione si realizza per gradi. In questo senso Napoleone è stato uno dei grandi padri dell’Europa. Una Europa francese, unita dalle conquiste e dal codice civile diverrà la nuova Roma (Dominique de Villepin) […] Napoleone ha gettato i germi di alcuni processi di unificazione nazionale, soprattutto in Italia e in Germania».

Grande protagonista del libro è certamente Napoleone giurista e legislatore, e con lui il sistema giudiziario e il codice del 1804, le cui pagine sono raffigurate anche nell’invito alla presentazione. Al “Codice di Napoleone il Grande”, Stabile dedica alcune tra le pagine più interessanti del saggio, «dalla sua nascita per eliminare la tradizione giuridica del vecchio regime, caratterizzato dalle molteplicità delle fonti e dal connesso particolarismo giuridico, con radici nel sistema di diritto comune» ai suoi epigoni, ovvero ai codici italiani del 1865 e del 1942, al codice cinese del 2021.

Per l’Autore, come per molti storici, il Code civil des Français è, infatti, molto più di un’opera francese; fin dalle sue origini, è un’opera europea, perché le due tradizioni giuridiche cui faceva riferimento erano quelle più diffuse nell’Europa continentale. Cinque i grandi principi ispiratori, che ritroviamo nei vari capitoli della parte seconda del libro: unità del diritto (lo stesso diritto deve applicarsi all’insieme degli abitanti di uno stesso territorio), unità della fonte giuridica (una sola autorità deve avere la competenza per elaborare leggi e decreti), diritto come sistema organico e razionale, completo (ogni nuova disputa deve essere regolata da un solo e unico diritto), indipendenza del diritto, e dei giudici (conformemente alla teoria della separazione dei poteri enunciata da Montesquieu nello “Spirito delle leggi”), evoluzione del diritto (il diritto è chiamato ad adattarsi ai cambiamenti della mentalità collettiva).

L’eredità di Napoleone è tangibile, senza tempo, e spazia dai codici civili alla schematizzazione della burocrazia pubblica dell’Europa continentale, dal diritto di famiglia alla prima riforma scolastica, all’attuale conformazione degli eserciti nazionali di tutto il pianeta. Tante le eredità del sistema Napoleonico, a cui l’Autore dedica la prima parte del libro; tanti gli spunti di riflessioni che saranno sicuramente oggetto di dibattito.

Invito alla presentazione

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