Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
(Salvatore Quasimodo)

Una delle poesie natalizie più citate, in questo periodo dell’anno, è quella del poeta Salvatore Quasimodo; la poesia “Natale” fu composta nel 1952 per celebrare la bellezza di un presepe ligneo, ma racchiude un monito e un interrogativo inquietante. Attraverso l’osservazione del presepe, avvolto in una pace fittizia, il Poeta rappresenta il contrasto tra la pace del presepe e le angosce dell’umanità. Nella realtà, la bellezza e l’armonia del presepe non regnano, sulla terra; nell’uomo albergano istinti violenti e impulsi omicidi che il mistero divino non può placare. E con l’emblematico verso “fratello si scaglia sul fratello”, che richiama l’uccisione di Abele da parte di Caino, la poesia squarcia un velo sulla verità e la chiusa è amara: “Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri?”. In quel pianto di bimbo, vi è il dolore del mondo intero, ma anche un ammonimento a tutti coloro che celebrano la festività del Natale in modo superficiale ed effimero, pensando unicamente ai doni, alle feste, ai banchetti.

Il giorno di Natale è oramai prossimo. Ancora oggi a distanza di secoli da quando Cristo è venuto sulla terra, gli uomini si scagliano l’uno contro l’altro, fratello contro fratello. E anche dove la guerra non è palese si levano comunque sordi e fumosi rumori a sovrastare la pace, l’amore e lo spirito di solidarietà. Qualcuno ascolta ancora il pianto di Gesù Bambino che un giorno morirà sulla croce, trafitto, tra i due ladroni?

Noi speriamo di sì. E pertanto anche a nome di tutta la Redazione della Rivista, con l’augurio che la Pace rappresentata dal presepe si rifletta nei nostri cuori e nelle nostre famiglie, prendendo in prestito da Alda Merini,

A tutti Voi e a tutti noi auguriamo un Natale con pochi regali ma con tutti gli ideali realizzati!

Buon Natale!

Antonio, Mirella e Valentina

Scarica il pdfScarica il pdf

Condividi